sabato 22 maggio 2010

Simboli esoterici e il loro significato


Il simbolo rivela determinati aspetti della realtà - gli aspetti più profondi - che sfuggono a qualsiasi altro mezzo di conoscenza. Secondo Giambico, un mistico siriano del II secolo d.c. fondatore di una scuola neoplatonica, i simboli compiono da sé la loro opera, infatti i simboli parlano direttamente all’uomo, mostrandosi in modo immediato nella loro veste materiale, riportando alla luce il significato essenziale dell’Esistenza, altrimenti nascosto, con l’utilizzo delle semplici parole. I simboli proiettano l’uomo nella dimensione del sacro. Noi siamo abituati a questa esistenza e a questo mondo, non ne sappiamo più vedere le ombre, gli abissi, gli enigmi e ci vogliono ormai degli spiriti straordinari per scoprire i segreti delle cose ordinarie.

simboli esoterici
Centro
Croce
Nodo di Salomone
Pentagramma
Sigillo di Salomone
Stella a 5 punte
Svastica
Triskel
Pentalfa o Pentacolo



SIGNIFICATO ESOTERICO DEL CENTRO
Il centro è uno dei simboli esoterici fondamentali. Esso rappresenta l’Uno, l’origine di tutte le cose, il principio primo da cui ha inizio la creazione. Il Centro è essenzialmente il Principio: il centro principiale, a partire dal quale tutto ha origine, il punto indiviso, senza dimensione né forma, immagine perfetta dell’Unità primigenia e finale in cui ogni cosa trova inizio e fine, perché tutte le cose ritornano all’energia principale che le ha create, riunendosi alla perfezione assoluta. Il centro è l’Essere puro, l’Assoluto, il Trascendente, diffuso nello spazio-tempo materiale, che altro non è che l’irradiazione dell’Assoluto. Senza tale riferimento naturale, lo spazio-tempo non sarebbe che privazione, vuoto nel caos. Per gli antichi, il cielo non è che un mare, in cui la Stella Polare manifesta il punto primordiale dell’oceano celeste, del quale il mondo è solo una frangia esterna, l’ultima creata.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DELLA CROCE
È un simbolo antichissimo e universale. La croce è costituita da due segmenti posti a 90 gradi, ad eccezione della croce di Sant’Andrea che ha i segmenti uno inclinato a destra e l’altro verso sinistra, simboleggianti l’incontro di due fattori similari ma opposti nella loro azione. La figura originaria della croce è il cerchio, indicativo dell’intero Universo, suddiviso nei suoi quattro quadranti, oppure il cerchio simboleggiante il sole, privato di parti della circonferenza, per suggerirne la dinamicità (la rotazione) e l’emanazione di energia. È da questa seconda forma che prende origine la svastica, croce di origine indiana e diffusa nell’antichità greco-romana. Rispetto ad una forma più primitiva essa porta ad una geometrizzazione lineare degli archi di circonferenza. La croce rientra in un simbolismo cosmico che mette in moto le valenze energetiche della Natura. I due segmenti rappresentano le polarità dell’esistenza. Il segmento orizzontale rappresenta la polarità negativa, la materia, la superficie terrena che separa i due regni, quello infero da quello celeste ed ha una valenza passiva. Il segmento verticale, la polarità positiva, mette in comunicazione il mondo celeste con quello sotterraneo, perciò ha una valenza attiva collegando il basso con l’alto. L’attivo che attraversa il passivo si ricollega all’idea di fecondità: Dio si unisce alla Natura per generare ciò che è. Infatti il punto d’intersezione delle due braccia è il simbolo del Principio universale, dove gli opposti da antitetici diventano complementari, riducendosi armonicamente in unità: nell’esoterismo islamico e in quello ebraico, esso è chiamato Shekinàh, Palazzo Santo, la dimora dell’Uno che È. Importante è capire che l’effettiva realizzazione della totalità dell’essere, che è al di là di qualsiasi condizione, è precisamente ciò che la dottrina indù chiama Moksha (liberazione) e che l’esoterismo definisce identità suprema. La croce può essere ricollegata all’Albero della Vita, nella sua valenza attiva, rappresenta il microcosmo che rispecchia il Macrocosmo. La croce è un simbolo d’origine precristiana, manifestatosi in numerose varianti. L’Ankh,la croce ansata degli antichi Egizi, simboleggia la vita. La croce egizia riceve l’energia superiore dalla divinità e la trasmette alla persona o entità alla quale viene conferita. La croce a forma di Tau, molto diffusa nell’antichità fenicia e greca, e con cui più tardi i Druidi celtici rappresentavano il dio Hu, poi adottata da San Francesco. L’origine del simbolo della croce è probabilmente duplice: da una parte nella protoforma del tau, essa poté derivare dalla stilizzazione delle corna del toro o dell’ariete, gli animali simbolo della forza riproduttrice; dall’altra dovette incorporare valenze astronomiche e naturalistiche diverse, dalla croce equinoziale al diagramma cruciforme della Qabbalah, che rappresenta l’uomo. La croce celtica, detta anche druidica, rappresenta il più alto simbolo della conoscenza iniziatica degli antichi druidi, ed il massimo compendio della loro scienza simbolo contemplato dai Druidi come sigillo del Sapere e dei 4 elementi della natura che confluiscono al centro di un cerchio che è simbolo del quinto elemento, della quinta essenza. Si tratta di un classico pentacolo, agente attivamente in corrispondenza con il cosmo. Questo emblema cimrico è costruito sul rapporto sacro dei numeri. É anche una ruota solare o ruota di Luce. La croce rappresenta sia i quattro punti cardinali, sia le due vie sacre che ogni popolo o individuo può percorrere. I quattro punti cardinali rappresentano: l’Est, dove sorge il sole, è il potere spirituale, la luce, la vita stessa e la conoscenza; il Sud, con i suoi venti caldi, la buona stagione, le cose che crescono; l’Ovest il tramonto il buio i misteri ma anche la rinascita; il Nord il freddo, le prove materiali che ci temperano e migliorano. Le due linee che si incrociano e il loro punto di intersezione rappresenta l’equilibrio. Le due vie sacre: quella orizzontale, percorribile materialmente e quella verticale, percorribile spiritualmente (che unisce la terra al cielo). La croce nel cerchio (croce indiana) unisce le due precedenti simbologie in un unico simbolo. Il simbolo della croce è ricollegabile al numero tre, un potente simbolo esoterico legato alla nascita-crescita-morte, uomo-donna-prole, ecc. che ritroviamo nell’idea della fecondità simboleggiata dalla croce, ed esemplifica come le energie e le forme materiali si muovano spesso in un sistema binario o doppio, capace di generare una terza energia molto potente. La raffigurazione stilizzata di due persone di sesso diverso che si uniscono intimamente fra loro per dar vita a una nuova creatura, ci induce a riflettere su un altro significato della Croce, e cioè la risoluzione dialettica degli opposti (maschio/femmina; vita/morte; verticale/orizzontale; razionalità/intuizione, ecc.). Tali opposti sono le due braccia della croce, che venendo assorbite in un unico contesto, cioè la Croce stessa, appaiono non più antitetici, bensì complementari fra loro.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL NODO DI SALOMONE
Simboleggia nella sua valenza originaria proprio l'unione profonda dell'Uomo con la sfera del divino. Il Nodo di Salomone potrebbe ricollegarsi ad altri simboli “onnipresenti” quali la Svastica (la ruota cruciforme che allude al dinamismo cosmico), la spirale o evoluzione ciclica, i fiori, l’edera (immortalità), la croce, la stella a seinodo di salomone punte (o Sigillo di Salomone), che alludono all'unione della Terra con il Cielo, alla circolarità del Tempo, visto come ciclico e non lineare, in cui prevale la necessità di avere un ordine. Così l'uomo, osservando il ciclo della Luna e del Sole, l'alternanza giorno/notte, delle stagioni, della Natura, quindi della vita, ha sempre raffigurato questo susseguirsi circolare di eventi: la nascita, la crescita, l'evoluzione e la morte, per poi riprendere il medesimo ciclo…La croce e il nodo sono equivalenti, nel loro significato di “salvezza” e di unione tra mondo terrestre (il piano orizzontale)e celeste (verticale, ascensionale). Così come nell'Antico Egitto, come in molti altri popoli, al simbolo viene attribuito un potere e spesso lo troviamo correlato alle divinità, raffigurate singolarmente o in coppia. L'Uomo, quale rappresentante di dio sulla Terra, trova posto in questo linguaggio mitico e allegorico: il nodo è visto come nodo d'amore, di legame sacro e indissolubile, oppure correlato ai cicli stagionali, alle attività umane, alla vita animale, soprattutto acquatica. Il nodo di Salomone è collegato a simboli spiraliformi come il Triskel. Tale simbolo, caratteristico dell' iconografia celtica e assimilabile allo svastica dell'Oriente, sembra ricollegarsi al concetto di Trinità (numero tre), anche prima che il Cristianesimo arrivasse nei luoghi d'influenza Celtica. Le tre dimensioni umane che sono unite e in movimento dinamico verso la realizzazione dell'Unità (circolarità). Da testi classi ed ermetici si assiste all'associazione del nodo con quello remoto del labirinto, identificato con un percorso iniziatico teso alla conquista di un centro, il nocciolo divino che, addentrandosi nelle profondità dell'anima e della materia in un duplice cammino, porta alla rinascita.


IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL PENTAGRAMMA
In geometria rappresenta il pentagono regolare stellato. A causa della sua semplicità di costruzione che avviene utilizzando un'unica linea chiusa intrecciata, i pitagorici le attribuirono un significato mistico di perfezione. Il pentagramma è conosciuto con il nome di pentacolo. Per Pitagora e i suoi discepoli il pentagramma era un simbolo sacro che esprimeva l'armonia tra corpo e l'anima, e divenne, su questa base, il segno della salute. In occidente quello del pentagramma è comunque un simbolo antichissimo, lo si ritrova tra l'altro, nei lavori in ceramica etruschi. Anche nelle tombe egizie le stelle del cielo vengono rappresentate a cinque punte. Il numero cinque viene ricondotto al numero degli elementi, la quintessenza spirituale (elemento puramente immateriale dello spirito del mondo) e i quattro elementi abituali (acqua, fuoco, terra e aria).

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL SIGILLO DI SALOMONE
Simbolo costituito da due triangoli equilateri intrecciati, noto anche come Esagramma (stella a sei punte) o Esalfa. L’esagramma esprime l’unione del cielo e della terra, del mondo spirituale con il mondo materiale. E’ formato da due triangoli equilateri incrociati ed, a volte inscritti in un cerchio. Il triangolo con il verticesigillo di salomone verso il basso rappresenta i due elementi pesanti, acqua e terra, il cui principio corporeo li fa tendere verso il basso, mentre il triangolo con il vertice in alto rappresenta i due elementi leggeri e spirituali, aria e fuoco. Con l’incrocio dei due triangoli si forma un esagono centrale che rappresenta il cuore dell’uomo stabile in un equilibrio al centro del movimento spirituale e del movimento corporeo che permette di raggiungere la saggezza e la forza interiore. Inoltre quando è presente un punto all’ interno dell’ esagono centrale, simboleggia l’unione di tutti gli elementi esistenti. Il sigillo di Salomone è un simbolo molto antico, reso noto a partire dal medioevo, quando assunse i caratteri di talismano. Il simbolo della stella a sei punte non è privo di valenze archetipiche, dato che si ritrova in aree culturali diversissime. I due triangoli intrecciati, per quanto iconograficamente abbinati all’ebraismo (Stella di David), figurano pure nel patrimonio simbolico dell’Islam, nel quale hanno assunto valenze terapeutico-magiche e alchemiche. In quest’ultimo ambito essi sono interpretati come il simbolo dell’equilibrio tra le forze cosmiche del Fuoco e dell’Acqua. L’interpretazione tradizionale vi vede un triangolo “acquoso” (femminile, orientato verso l’alto) e uno “focoso” (maschile, rivolto verso il basso), la loro unione rappresenta in modo armonico un conchiuso sistema dualistico. Si narra che il famoso Re Salomone (Shelomoh, in ebraico, 961-931 a.c.), figlio del re Davide, se ne servi fino al momento della morte per scacciare i demoni e invocare gli angeli. Per questo motivo la stella a sei punte viene chiamata anche “sigillo di Salomone” o scudo di Davide, mentre oggi, essendo poi diventato un elemento dello stemma dello stato si Israele, lo si definisce per lo più come stella di Sion o di David. Senza avere, in linea di principio, nulla a che vedere con la tradizione ebraica, la stella a sei punte fa spesso la sua comparsa nei libri magici e negli esorcismi di estrazione popolare con la funzione di potente simbolo magico. Nelle cerimonie di magia viene dipinto sul petto del mago per difenderlo dagli influssi malefici e dalle maledizioni. Diviene addirittura fondamentale nelle invocazioni, perché assieme al cerchio magico tracciato ai piedi dello stregone, è l’ unica difesa contro le creature evocate. Tra l’ altro è il disegno base di molti talismani benaugurati e di protezione.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DELLA STELLA A CINQUE PUNTE
E' il simbolo dell’uomo. Nell’antichità era la stella descritta da Pitagora e emblema dell’uomo vitruviano rappresentato da Leonardo da Vinci: l’uomo inscritto nella stella a braccia e gambe aperte riunisce e sintetizza le energie fisiche e psichiche. La punta della stella contenente la testa indica il dominio dello spirito sulla materia. Il suo significato è strettamente legato a quello del numero cinque elemento di mediazione tra l’alto e il basso ed espressione del centro. Nella simbologia pitagorica la stella a cinque punte, inscritta in un cerchio invisibile, rappresenta i cinque anni di studio e di raccoglimento che precedono l’iniziazione. Ogni punta della stella è l’espressione dei cinque elementi: terra, aria, acqua, fuoco ed etere. Inoltre, la stella a cinque punte, è un pentacolo, in quanto ha il potere di proteggere, operare incantesimi e di guarire.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DELLA SVASTICA
Termine derivato dal sanscrito swastika, salute. È il più antico simbolo sacro della razza indoeuropea è la croce gammata od uncinata. Essa é formata da quattro braccia uguali terminate da segmenti od uncini ad angolo retto da destra a sinistra, che danno alla figura il senso del movimento. La croce uncinata, simbolo antichissimo svasticaoriginato dalla stilizzazione della ruota semplice o raggiata, è rappresentata sulle ceramiche elamite, sugli idoli femminili di Troia, sui vasi di stile geometrico del Dipylon e su quelli rodii, su statuette fittili, utensili e fibule della Beozia, sui vasi cinerari e le urne a capanna del periodo villanoviano in Italia. A volte la svastica appare in forma curvilinea a doppia “S” incrociata, come in certe decorazioni micenee. Nelle figurazioni indiane la svastica appare al posto del sole, come simbolo di benessere e di vita. Nel Tibet i lama rossi della setta Bon avevano adottato una svastica con segmenti a senso inverso da sinistra a destra. Tale simbolo venne adottato all’inizio del XX secolo da vari gruppi antisemiti, in riferimento alla sua presunta origine ariana (anziché tibetana), e fu poi ufficialmente assunto da Hitler come emblema del partito e dello stato nazionalsocialista. La svastica è anche praticamente formata da quattro eliche che partono da un centro comune per comporre una specie di ruota, quella della creazione e del divenire. Infatti il movimento delle eliche riproduce la corsa solare, la rigenerazione permanente della natura. Questa mette ordine nel caos originario, portando dalla potenza all’atto il quaternario degli elementi. Questi ultimi, emanazioni immediate della Causa produttrice, corrispondono alle eliche della svastica, il cui braccio verticale ingenera simultaneamente l’aria e la terra, mentre da quello orizzontale si dipartono il fuoco e l’acqua. Questi due ultimi elementi occulti agiscono l’uno in senso ascendente e dilatatorio, l’altro inversamente, nel senso del flusso e della costrizione. Entrambi rientrano nella categoria della passività (tratto orizzontale della croce), per determinarvi le alternanze del moto vitale. Gli altri due elementi sono invece i risultati passivi di un intervento attivo. L’uno corrisponde alla volatilità, alla leggerezza che ha conquistato le altezze dove ormai plana. L’altro si è formato dal deposito di sedimenti pesanti che, diventando sempre più spessi e densi, si sono solidificati. Le svastiche fanno parte dei simboli rappresentanti la sapienza. La svastica rappresenta il potere divino, il moto dell’universo e del sole. Si possono trovare svastiche sui batik indù, nell’iconografia delle popolazioni americane precolombiane, in Africa e nell’Europa celtico-germanica.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL TRISKEL
L’origine di questa formatriskel è la svastica. Il nome svastica deriva dal sanscrito (su – asti = bene + essere = benessere). Il triskel nella simbologia indoeuropea è una figura particolarmente diffusa in ambito celtico, per simboleggiare le forze dell’universo e antico germanico, in incisioni runiche del I millennio d.c. La sua simbologia più antica è di tipo solare e cosmico, in quanto rappresenta la tripartizione delle energie dell’universo, la Trinità, apportatrice di forza, equilibrio e benessere. Le tre alette sono i tre elementi di base : acqua, terra, aria; mentre il quarto elemento, il fuoco, è l’energia diffusa dal centro. Ancora oggi il simbolo si associa al concetto dinamico di polarità energetica come un potente vortice energetico. Nella sua funzione di catalizzatore energetico, può rilasciare o trattenere energia da un ambiente, per ristabilizzare un equilibrio cosmico, o da una persona. Quindi viene utilizzato sia per dare energia, sia per eliminare l’energia in eccesso. Il triskel come elemento architettonico, simbolico e ornamentale, è presente sulle facciate delle chiese gotiche.

venerdì 21 maggio 2010

Discorso all'umanità

«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore.
Non voglio né governare né comandare nessuno.
Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.
Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo.
Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti.
La natura è ricca e sufficiente per tutti noi.
La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.
L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitare il mondo nell’odio,
condotti a passo d’oca verso le cose più abiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.
La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà,
la scienza ci ha trasformati in cinici,
l’abilità ci ha resi duri e cattivi.
Pensiamo troppo e sentiamo poco.
Più che macchine ci serve umanità,
più che abilità ci serve bontà e gentilezza.
Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente,
la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo,
reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità.
Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone.
Milioni di uomini, donne, bambini disperati,
vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente.
A coloro che ci odiano io dico: non disperate!
Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero,
come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano.
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori.
Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà.
E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! non cedete a dei bruti,
uomini che vi comandano e che vi disprezzano,
che vi limitano,
uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere!
Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie!
Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima!
Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore.
Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini!
Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore.
Voi non odiate.
Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui.
Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà!
Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo».
Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini.
Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità.
Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera.
Voi che potete fare di questa vita una splendida avventura.
Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze.
Uniamoci tutti!
Combattiamo tutti per un mondo nuovo,
che dia a tutti un lavoro,
ai giovani la speranza,
ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza.
Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere.
Mentivano!
Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno.
E non ne daranno conto a nessuno.
Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo.
Combattiamo per mantenere quelle promesse.
Per abbattere i confini e le barriere.
Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio.
Un mondo ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!»

« Anna, mi puoi sentire?
Dovunque tu sia abbi fiducia nel domani.
Anna, le nubi si diradano ed il sole inizia a risplendere.
Prima o poi usciremo dall’oscurità per andare verso la luce e vivremo in un mondo nuovo.
Più buono,
in cui gli uomini si solleveranno al di sopra del loro odio, della loro brutalità e della loro avidità.
Guarda in alto, Anna.
L’amore umano troverà le sue ali e inizierà a volare con le sue ali nell’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro.
Il futuro radioso che appartiene a me, a te ed a tutti noi.
Guarda in alto,
Anna. Lassù. »

mercoledì 19 maggio 2010

A071 A056 A016

L'On. Alessandra Siragusa ha presentato una interrogazione parlamentare proponendo una modifica delle bozze relative alla classe di concorso A-35, generata dalle attuali A071, A027 e A023
Interrogazione a risposta in Commissione 5-02424 presentata da ALESSANDRA SIRAGUSA
martedì 2 febbraio 2010, seduta n.276
SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Governo si appresta ad adottare il regolamento per il riordino degli istituti tecnici, nonché il riordino delle classi di concorso;
dalle bozze delle quali si ha notizia sembrerebbe che l'attuale classe di concorso A016 (costruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnico) andrà a fondersi con l'attuale A072 (Topografia) formando la nuova classe A-35 «Scienze e tecnologie delle costruzioni»;
gli insegnanti delle suddette materie sono ingegneri civili ed architetti;
la materia disegno tecnico, che è sempre stata un insegnamento della A016, nel nuovo indirizzo verrà a chiamarsi «Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica», e non ricadrà più fra gli insegnamenti previsti dalla nuova A-35, diventando invece esclusivo appannaggio degli abilitati della nuova classe A-56, generata dalla fusione delle attuali classi di concorso A071, A027 e A023 (disegno e modellazione odontotecnica);
chi ha conseguito l'abilitazione all'insegnamento nella A016 attraverso i corsi abilitanti dell'ultimo decennio ha dovuto sostenere numerosi esami nelle materie grafiche in comune con la classe A071, quindi preparandosi sullo stesso programma e con gli stessi docenti, e acquisendo di fatto la stessa preparazione;
la nuova classe di concorso A-35 sarà specifica per il solo indirizzo «Costruzioni, Ambiente e Territorio» e non atterrà a nessun altro tipo di scuola, mentre la nuova A-56 riguarderà tutti gli istituti tecnici;
gli abilitati della nuova A-56 possono insegnare il disegno tecnico in quasi tutte le scuole mentre agli insegnanti della A-35 (parimenti competenti) viene negata questa possibilità anche nell'indirizzo specifico per geometri, con conseguenti esuberi del personale di ruolo e impossibilità per i precari di continuare ad insegnare;
gli insegnanti (della A016 attuale o A-35 futura) devono avere la possibilità di seguire gli allievi a partire dall'approccio iniziale col disegno (primo biennio) per condurli fino alla progettazione edile (secondo biennio e quinto anno). Solo così ci può essere una crescita professionale degli allievi che apprendono le tecniche di disegno nel primo biennio già con l'obiettivo della progettazione architettonica che sarà sviluppata dallo stesso insegnante nel secondo biennio ed al quinto anno -:
se non ritenga opportuno creare una continuità didattica tra l'insegnamento del disegno e quello della progettazione modificando a tal fine le classi di concorso. (5-02424)
Il testo della risposta
Com'è noto all'onorevole interrogante l'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, che reca disposizioni in materia di organizzazione scolastica, ha tra l'altro previsto la razionalizzazione e l'accorpamento della classi di concorso per consentire una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti.
Lo schema di regolamento predisposto, da adottare di concerto con il Ministero dell'economia, è stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri in data 12 giugno 2009 e sta seguendo il complesso prescritto iter.
Ciò premesso, per l'anno scolastico 2010-2011, per la costituzione degli organici e per le conseguenti operazioni di mobilità, è necessario far riferimento alle attuali classi di concorso che sono state opportunamente integrate e modificate con le discipline e gli ambiti disciplinari relativi agli ordinamenti del primo anno di corso degli istituti di secondo grado interessati al riordino.
Nell'attuale fase transitoria, al fine di consentire ai dirigenti scolastici ed al personale interessato di avere certezza delle modalità di confluenza, sono state predisposte delle tabelle che hanno soltanto natura dichiarativa dell'esistente.
È stato precisato che gli insegnamenti che trovano confluenza in più classi di concorso devono essere trattati come insegnamenti «atipici» la cui assegnazione alle classi di concorso deve prioritariamente mirare a salvaguardare la titolarità dei docenti presenti nell'istituzione scolastica, l'ottimale determinazione delle classi e la continuità didattica.
Ove nella stessa scuola vi sia più di un titolare di insegnamenti «atipici» si darà la precedenza a colui o a coloro che, in relazione al numero dei posti, risulteranno collocati con il maggior punteggio nella graduatoria di istituto unificata incrociando le varie graduatorie nel rispetto della precedenza prevista dall'articolo 7 sulla mobilità. In assenza di titolari da «salvaguardare» si dovrà attingere prioritariamente dalle classi di concorso in esubero a livello provinciale.
Per quanto riguarda la classe di concorso 16/A, nell'attuale fase transitoria e in attesa della definizione del citato regolamento è stato previsto che i docenti appartenenti a detta classe possano insegnare «tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica» nell'indirizzo del settore tecnologico «costruzione, ambiente, territorio» e «tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica» nell'indirizzo «produzioni industriali e artigianali» degli istituti professionali.
Comunque come già riferito il regolamento di revisione delle classi di concorso sta seguendo il prescritto iter nel corso del quale potranno scaturire proposte e suggerimenti utili per eventuali miglioramenti del provvedimento in questione.